
Test di coombs in gravidanza, cos'è e quando farlo
Di cosa si tratta?
Quando si scopre di essere in dolce attesa sono tanti gli interrogativi che una donna si pone, soprattutto se è alla sua prima esperienza.
L’emozione si mescola con l’ansia e con la percezione di avere tante cose da fare e da scoprire, anche per quel che riguarda l’iter diagnostico della gravidanza stessa.
Nonostante questa sia, infatti, uno stato naturale e del tutto fisiologico, ci sono alcuni esami che andrebbero effettuati sotto diretto controllo e consiglio del proprio medico di riferimento, nello specifico vediamo quello relativo al test di Coombs in gravidanza.
I giusti tempi
Ogni esame diagnostico in gravidanza ha i suoi tempi, scanditi dal numero di settimane e i test di Coombs è uno di questi.
Il test viene effettuato a inizio gravidanza per valutare se la madre produce anticorpi specifici (anti- D) che distruggerebbero i globuli rossi del feto, provocando di conseguenza anemia, detta “malattia emolitica del feto”.
Una condizione che si verifica quando il feto eredita dal padre un gruppo sanguigno differente da quello materno nel fattore Rh.
Il test di Coombs indiretto nelle donne Rh negative viene ripetuto ogni mese, mentre in quelle Rh positive viene ripetuto nel terzo trimestre, non si porrà ovviamente alcun problema nel caso in cui entrambi i genitori siano Rh negativi, poichè anche il feto avrà la presenza del fattore Rh negativo, quindi privo di antigene D, ma anche qualora la madre sia Rh positiva indipendentemente dal fattore Rh del padre.