Tra i numerosi settori che sono stati colpiti dalla crisi economica degli ultimi anni, in seguito alla pandemia, quello del settore della moda è risultato tra i più coinvolti, sotto diversi punti di vista.
Il blocco di sfilate ed eventi
Uno degli aspetti principali che ha portato alla crisi del settore della moda è stato il blocco di eventi e sfilate che hanno fermato non solo la produzione di collezioni, ma tutto quanto è legato ad esse. Designers, modellisti, indossatori, truccatori e, naturalmente gli stilisti e le case di moda hanno visto fermarsi quelle che sono alcune delle attività centrali della moda, in grado di dare visibilità alle collezioni e, naturalmente, ai nomi delle case.
Piccole e grandi firme, nomi emergenti e brand storici si sono trovati in uno stallo non semplice da gestire, con una perdita economica non sempre quantificabile.
La filiera produttiva
Strettamente connesso allo stop forzato delle attività è stato anche il blocco della filiera di produzione. Quando si pensa alla moda, infatti, spesso ci si sofferma solo sui capi già completi, senza pensare a tutto quanto sia connesso alla produzione di un capo. Dai filati ai tessuti fino agli accessori, tutto un ramo dell'industria del tessile si è fermata insieme alle attività legate alla moda, sia quella quotidiana sia all'alta moda.
Ma non solo: strettamente connessi al settore sono anche tutte le aziende che operano nel recupero delle materie prime, per la produzione di capi riciclati, nonché il mondo della distribuzione e le aziende del packaging che collaborano con le grandi marche.
A seconda delle aziende, sono stati registrati cali dei guadagni che, in molti casi, hanno portato al fallimento, soprattutto per quanto riguarda i piccoli brand emergenti.
Il cambio degli stili di vita
Durante il lockdown e con la ripresa delle attività, quello che si è visto è stato soprattutto un cambio di stili di vita, legato spesso allo smart working e alla volontà di trascorrere le giornate in modo più salutare.
Oltre ad un incremento degli acquisti online che ha permesso a molti brand i continuare la produzione e la vendita, vi è stato una vera e propria rivoluzione nelle preferenze dei capi di abbigliamento, con una sempre maggiore richiesta di abbigliamento comodo, home-wearing e sport-wearing.
Così, se da un lato l'industria della moda ha visto un periodo davvero difficile, dall'altro l'incremento degli acquisti online ha permesso di mantenere attive numerose realtà, soprattutto quelle che producono abbigliamento comodo e casual, particolarmente utilizzato in questi momenti in cui la vita sociale risulta molto ridotta.