La vitamina D, o colecalciferolo, è un composto organico che promuove diverse funzioni essenziali: mantiene stabili i valori ematici del fosforo, rinforza l'apparato scheletrico, favorisce l'assorbimento del calcio a livello intestinale ed il suo riassorbimento a livello renale. Vista l'importanza strategica per organi e tessuti, gli esseri umani possono produrlo esponendosi al sole; in alternativa, possono assumerlo anche attraverso l'alimentazione.
Come portare a tavola la vitamina D
Quando si parla di vitamina D, si fa riferimento a due diverse molecole. L'ergocalciferolo, o vitamina D2, lo si può reperire in frutta, verdura e funghi. Il colecalciferolo, o vitamina D3, è invece tipico degli alimenti di origine animale, come carni, pesci e prodotti caseari. La fonte più ricca è rappresentata dall'olio di fegato di merluzzo ma dosi apprezzabili si possono trovare anche in tonno, sgombro e salmone, nelle uova e nel latte. Le carenze di D2 e D3 sono rarissime in occidente, dove la denutrizione è un fenomeno quasi inesistente, ma il rischio non va mai sottovalutato. In caso di ipovitaminosi, tuttavia, vi saranno rachitismo, convulsioni, letargia e suscettibilità alle infezioni polmonari.
Vitamina D bassa, ansia e depressione
Livelli bassi di vitamina D, hanno conseguenze non soltanto cliniche ma anche psicologiche. Chi abita terre lontane dall'Equatore, ad esempio, poiché meno esposto ai raggi solari lamenta le suddette problematiche. Anche le carnagioni scure affrontano la medesima complicazione, dal momento che, la melanina, funge un po' da filtro, impedendo l'assorbimento della D3. Tutte queste persone sono soggette al Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), una condizione che altera il tono dell'umore, rendendo depressi, apatici ed ansiosi. Livelli insufficienti di colecalciferolo, inoltre, potrebbero essere coinvolti nella regolazione della serotonina, un ormone essenziale per mantenere ottimismo e buonumore.
Fabbisogno ed integratori, tossicità e danni renali
Come anticipato, la produzione della vitamina D avviene per fotolisi, grazie all'azione degli ultravioletti sulla pelle. Chi vive in aree soleggiate o svolge attività all'aperto, non necessita di alcun supplemento. Chi invece passa molto tempo in ambienti dove la luce diretta del sole è carente, può aver bisogno di un integratore. Il fabbisogno giornaliero di vitamina D, negli adulti, è di 5 mg. Lattanti e bambini, invece, per scongiurare il rachitismo devono assumere 200 UI. Somministrazioni eccessive di questa vitamina possono causare danni renali, pertanto gli integratori non vanno assunti con leggerezza, ma chiedendo parere al pediatra ed al medico di famiglia.