Il 25 gennaio, Google ha dedicato il suo doodle (l’immagine che sostituisce il classico logo nell’homepage) a Giorgio Gaber. L'indimenticabile cantautore avrebbe compiuto 83 anni.
>>>ASCOLTA LA PLAYLIST DI TIMMUSIC DEDICATA A GIORGIO GABER!
Gaber, scomparso il 1 gennaio 2003 a 63 anni, è stato uno dei personaggi della cultura pop e della musica leggera più importanti e amati in Italia. Fondamentale il suo ruolo nell’importare il rock and roll nel nostro Paese, ancor più impattanti le sue canzoni cantautorali e politiche.
Giorgio Gaber, nato a Milano il 25 gennaio del 1939, era di origini friulane (il suo vero cognome, Gaberščik, è originario della regione della Gorizia slovena). Da ragazzini, appasionato di chitarra, cominciò a esibirsi nei locali milanesi, cercando di imitare i grandi musicisti jazz e rock in voga negli Stati Uniti in quel periodo.
Alla fine degli anni 50 entrò nei Rock Boys, il gruppo di Adriano Celentano ed Enzo Jannacci. Poi, insieme a Luigi Tenco, Gianfranco Reverberi e Paolo Tomelleri, fondò il suo primo vero complesso, i Rocky Mountains Old Times Stompers, dove suonava e cantava. Gaber fu notato da alcuni discografici e iniziò a incidere per l’etichetta Ricordi, spesso in coppia con Jannacci.
Il resto è storia. Dagli anni 60 esplose la sua notirietà, anche grazie alle frequenti apparizioni in tv e al suo "teatro canzone": spettacoli ricchi di monologhi, racconti e canzoni. Per non parlare dei testi, sempre più legati a questioni politiche, interpretate in chiave umoristica o assurda. Tra i più famosi: "Il signor G", "Dialogo tra un impegnato e un non so", "Libertà obbligatoria", "Io se fossi Gaber" e "Il Grigio".
Davvero incalcolabile, invece, il valore delle canzoni che ci ha lasciato: tra le più belle in assoluto, Lo shampoo (1972), La libertà (1973), Io se fossi Dio (1980), L'illogica allegria (1981), Qualcuno era comunista (1992), Quando sarò capace d’amare (1994), Destra-Sinistra (1994), La razza in estinzione (2001), Non insegnate ai bambini (2003), Io non mi sento italiano (2003).