Emile Berliner e Thomas Edison sono gli inventori del principio che sta alla base del disco 33 giri e del modo con cui il suono viene ancora oggi riprodotto. Se il primo ha creato il disco e il grammofono, il secondo ha sviluppato la tecnologia del solco tipico del vinile, all'interno del quale è registrato il suono.
Come suona un 33 giri?
Il 33 giri suona grazie ad una puntina metallica che introdotta nella pista che si trova nel disco (una serie di cerchi concentrici tra loro ravvicinati), emette dei suoni grazie alla sua stessa vibrazione, la quale opportunamente amplificata permette di percepire il suono.
Inizialmente lo strato superficiale era realizzato in carta stagnola e fu solo agli inizi del Novecento che Berliner sviluppò un nuovo supporto tondo dal diametro di 30 cm, realizzato in zinco e rivestito da uno strato ceroso in sostituzione del più delicato sottile foglio di alluminio.
Il grammofono e il fonometro sono stati i primi rudimentali strumenti in grado di riprodurre il suono da un disco: entrambi nel tempo vennero poi sostituiti dai giradischi, più moderni e tipici della seconda metà del secolo scorso.
La diffusione del 33 giri
Il giradischi ha contribuito in maniera netta alla diffusione della musica sul vinile da 33 giri.
Il papà dello strumento fu proprio il grammofono, soppiantato successivamente a causa di un'amplificazione approssimativa e ad una manovella che doveva girare manualmente e quindi in maniera imprecisa, rimpiazzata nel Novecento da un motore elettrico in grado di fare ruotare con costante velocità il piatto di appoggio del disco.
Il moderno 33 giri
Col tempo, intorno al 1950, il pvc prese piede e il disco venne realizzato in questo materiale plastico vinilico nel formato da 12 pollici (ossia il 33 giri) capace di riprodurre ben mezz'ora di musica per ciascun lato (chiamato quindi LP, al contrario del più datato 78 giri).
Sia per la maggior facilità di registrazione che per tipologia di musica, i primi brani interessati da questa innovazione furono i pezzi classici.
L'azienda RCA fu la prima a credere nella tipologia di supporto e dopo pochissimo tempo lanciò sul mercato il 45 giri, decisamente più piccolo e pensato per i bambini e giovanissimi, mentre il 33 giri più grande era destinato ad un pubblico più adulto.
Il disco di diametro maggiore venne poi pensato come contenitore di album discografici e raccolte, le quali spopolavano e scalavano posizioni delle classifiche di vendita, arrivando a superare il 45 giri nei primi Anni Settanta.