Tutto il tessile giunto a fine vita può essere però recuperato in diversi modi. Vediamo assieme cosa succede quando una tuta da lavoro o qualsiasi altro indumento deve essere riciclato.
Il riciclo dei tessuti
Il riciclo nel corso degli anni ha acquistato sempre di più valore. Recuperare materie prime è di fondamentale importanza per la salvaguardia del nostro pianeta.
Anche il settore tessile ha investito sul riciclo delle fibre nonostante le difficoltà incontrate nel rimuovere gli agenti chimici che vengono adoperati abitualmente per il finissaggio come ad esempio i flame retardant.
Al momento esistono quattro differenti tipologie di riciclo per recuperare le fibre tessili: il riutilizzo, il processo chimico, quello meccanico e il recupero energetico.
Il riutilizzo non è altro che il riciclo del capo magari aggiungendo dettagli, aggiustando strappi o risistemando cuciture e bottoni. Il processo meccanico invece consente di modificare le proprietà chimiche e fisiche del materiale trattato mentre quello chimico sfrutta agenti chimici per separare tutti gli elementi che costituiscono il materiale per riottenere fibre da riadoperare come ad esempio il cotone.
Infine il recupero energetico dei tessuti è quello che prevede di fatto il bruciare i capi oramai inservibili per creare energia.
Il riciclo meccanico dei tessuti
Nel riciclo meccanico dei tessuti, tutte le sostanze chimiche addizionate alle fibre rimangono nel prodotto finito. Nel caso i tessuti siano intrisi di sostanze pericolose, si potrebbero creare dei problemi non trascurabili di salute nel momento in cui un utilizzatore inizierà a indossare il capo realizzato con materiale derivato da questo tipo di riciclo.
In pratica i tessuti oramai non più adoperabili, vengono sminuzzati mediante l’uso di garnett o carda a seconda se siano realizzati in materiali naturali oppure sintetici.
Con questo specifico processo si riottengono fibre da poter essere di nuovo filate e bobinate. Alcune volte il filato rigenerato viene adoperato così com’è mentre il altri casi viene usato aggiungendo prima anche del materiale vergine.