Serve per la produzione di carta e bioplastiche molto resistenti e assorbe anidride carbonica molto di più di una normale foresta. È il bambù, risorsa naturale utilizzata da millenni nel sud-est asiatico per molteplici usi che vanno dalle costruzioni alla cucina e introdotta in Italia a fine Ottocento a scopo ornamentale. La rivoluzione verde del pianeta potrebbe essere basata proprio su questa graminacea che contribuisce non solo a ridurre l'effetto serra ma anche a diminuire la pressione sulle foreste. Andiamo a scoprire quali sono i molteplici benefici che il bambù garantisce all'ecosistema.
I molteplici usi del bambù
Il bambù è una pianta particolarmente apprezzata da chi ha a cuore l'ambiente. Ma bisogna fare una distinzione perché esistono oltre 1200 specie di questa graminacea. La varietà più commercializzata al mondo è il bambù gigante Moso (Phyllostachys edulis o pubescens), conosciuto anche come "acciaio vegetale" per la sua resistenza. Dal Moso si ricavano germogli freschi e canne che arrivano ai 20 metri o più d'altezza, hanno un diametro di 20 cm e sono impiegate per diversi usi: edilizia, settore tessile e dell'arredo, carta e molto altro ancora. Solo in Cina, gli ettari piantumati sfiorano i 10 milioni e sono più di 6 milioni le persone impiegate nelle piantagioni.
Bambù: il re della sostenibilità ambientale
Coltivare il bambù offre grandi vantaggi non solo perché si presta a migliaia di applicazioni industriali ma soprattutto perché ha delle caratteristiche che lo rendono amico dell'ambiente. Innanzitutto, a differenza del legno che impiega decine di anni a crescere, il bambù ne impiega solo tre: alcune specie possono arrivare ad allungarsi fino a 90 cm al giorno e in meno di cinque anni hanno già formato una foresta capace di assorbire tonnellate di anidride carbonica. In secondo luogo, una volta attecchito è in grado di crescere senza l'aiuto dell'uomo e non ha bisogno di grandi quantità di pesticidi e fertilizzanti.
Le proprietà ecosostenibili del bambù
Una delle proprietà più importanti del bambù deriva dalla sua capacità di assorbire più CO2 rispetto agli alberi: basti pensare che un ettaro di bambuseto preleva dall'atmosfera una quantità di anidride carbonica circa trentasei volte superiore rispetto a un ettaro di bosco misto di conifere e latifoglie. Inoltre, il cosiddetto "oro verde" può essere utilizzato come materia prima utilissima ed ecosostenibile in sostituzione della plastica. Grazie alle sue proprietà fitodepurative, il bambù permette infine di bonificare e rimineralizzare i terreni, oltre a rappresentare un'eccellente barriera di contrasto agli smottamenti e al dissesto idrogeologico.