
Clima, il 2020 è fra i tre anni più caldi di sempre
Temperature di 1,2 gradi superiori alla media, così come nel 2016 e nel 2019
Secondo l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), nel 2020 il pianeta Terra ha subito “un notevole riscaldamento”, tanto che, secondo le sue stime provvisorie, sarà uno dei tre anni più caldi mai registrati, subito dopo il 2016 e il 2019.
Il surriscaldamento più intenso si è fatto sentire nell’Artico siberiano, dove le temperature sono state di 5 gradi superiori alla media (lo scorso 20 giugno, addirittura, sono stati registrati 38 gradi a Verkhoyansk, che la più alta temperatura nota registrata finora al nord del Circolo Polare Artico).
Sulla base di cosa si può stimare che il 2020 sarà così caldo, se non è ancora finito?
Per calcolare l'aumento annuale delle temperature per il rapporto sullo stato del clima, l'OMM utilizza informazioni relative all’anno di riferimento che si basano su numeri globali, confrontandoli con le temperature rilevate tra il 1850 e il 1900.
Con i dati disponibili da gennaio a ottobre di quest'anno, l'OMM può quindi ipotizzare che il 2020 è stato più caldo di circa 1,2 gradi rispetto alla media (ma con un margine di errore di 0,1 grado).
Petteri Taalas, segretario generale dell'OMM, ha commentato in proposito che “ora stiamo vivendo La Niña, che ha un effetto di raffreddamento sulle temperature globali, ma comunque non sufficiente da frenare tutto il caldo di quest'anno”.
Da gennaio a ottobre 2020 (così come il decennio 2011-2020) è stato il periodo più caldo mai registrato in Europa. Alcune regioni extra europee sono rimaste al di sotto della media, comprese parti del Canada, del Brasile, dell'India e dell'Australia. Nel complesso, tuttavia, i dati relativi al 2020 rafforzano l'opinione che il riscaldamento climatico, spinto dalle attività umane, sia sempre più intenso.
Dove è andato a finire il calore del 2020?
Circa il 90% del calore in eccesso generato dai gas serra dell'atmosfera finisce negli oceani, con impatti devastanti sulle creature marine e sugli ecosistemi e contribuendo all’innalzamento del livello del mare.
Un'ondata di calore di lunga durata al largo della costa della California, conosciuta come the blob, per esempio, ha provocato la morte di un milione di uccelli marini tra il 2015 e il 2016. Per i ricercatori questi eventi sono diventati oltre 20 volte più frequenti negli ultimi 40 anni.
Il riscaldamento, inoltre, continua ad essere la causa dello scioglimento dei ghiacciai in molte parti del mondo, tra cui la Groenlandia, dove circa 152 miliardi di tonnellate di ghiaccio sono andate perse fino ad agosto 2020.
Durante la stagione degli uragani del Nord Atlantico, poi, ci sono state 30 tempeste: un numero record, per eventi di questo tipo.
Altre conseguenze del surriscaldamento globale rilevate dall'OMM quest'anno sono stati gli incendi in Siberia, Australia, lungo la costa occidentale degli Stati Uniti e in Sud America, oltre alle inondazioni in Africa e nel Sud-Est asiatico che hanno causato lo sfollamento di migliaia di residenti e minato la sicurezza alimentare per milioni di persone.
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