La bozza del nuovo rapporto dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, ha peggiorato ulteriormente gli scenari già negativi sul futuro della crisi climatica e del pianeta.
Il documento, che sarà pubblicato nel febbraio 2022 dopo l’approvazione di tutti gli stati dell’Onu, ma che chiaramente non cambierà nelle conclusioni, parla di “impatti irreversibili sui sistemi umani” se non riusciremo a contenere l’aumento di temperatura entro il +1,5 (rispetto all’epoca pre-industriale), come stabilito dagli accordi di Parigi.
Un target attualmente irraggiungibile purtroppo, se non si compiranno drastici interventi sulla riduzione delle emissioni di gas serra.
Secondo l’Ipcc, aumenteranno a dismisura le carestie, le siccità e le malattie. Ci saranno milioni di migranti climatici, soprattutto dall’Africa subsahariana, mentre in Europa il numero di persone ad alto rischio di mortalità triplicherà.
Gli effetti della crisi climatica si vedono già oggi, e si vedranno sempre di più con il passare degli anni. Per questo, la Cop26, la conferenza sul clima dei paesi Onu che si svolgerà il prossimo novembre a Glasgow, sarà un momento decisivo per capire se davvero i paesi inizieranno a combattere seriamente la catastrofe ambientale e climatica che ci apprestiamo a vivere.
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