La Banca mondiale ha ridimensionato le previsioni di crescita dell'economia globale.
Nell'ultimo Global Economic Prospects report, pubblicato l'11 gennaio, ha fissato nel 4,1% l'aumento del pil mondiale stimato per il 2022.
Nel 2021 l'economia globale è cresciuta del 5,5%.
Per il 2023 la stima è invece del 3,2%.
Le cause della frenata dell'economia mondiale
World Bank vede dunque una frenata complessiva, che si evidenzierà già quest'anno rispetto a quanto previsto a metà dell'anno appena concluso.
I motivi sono facili da intuire:
-le varianti Covid;
-l'inflazione e i debiti;
-le disuguaglianze nel reddito che mettono a rischio soprattutto le economie dei paesi in via di sviluppo e emergenti;
-le strozzature nelle supply chain mondiali che minacciano anche la corsa degli Usa, della Cina e dell'Europa.
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Secondo la Banca mondiale, l'area euro passerà dalla crescita del 5,2% nel 2021 a un più 4,2% nel 2022 – che equivale a un meno 0,2% rispetto alle previsioni del giugno scorso –, mentre nel 2023 dimezzerà la crescita arrivando al 2,1%. Gli Usa cresceranno del 3,7% nel 2022, la Cina del 5,1, con previsioni ridotte rispettivamente dello 0,5% e dello 0,3.
I paesi emergenti e in via di sviluppo
Preoccupa la Banca mondiale la divergenza fra i tassi di crescita delle economie avanzate e quelle emergenti e in via di sviluppo.
Nelle prime la crescita passerà dal 5% del 2021 al 3,8% del 2022, e al 2,3 nel 2023, un ritmo sufficiente per riportare il prodotto e gli investimenti al trend registrato prima della pandemia.
Nelle seconde invece, la crescita dal 6,3% del 2021, scenderà al 4,6 del '22 e poi al 4,3 dl 2023: il che significa, dice la Banca mondiale, che l'output di queste economie emergenti o in via di sviluppo, resterà del 4% inferiore ai trend pre-pandemici, con alcuni paesi in maggiori difficoltà con condizioni ancora peggiori.