Nella partita a scacchi fra Europa, Nato, Stati Uniti e Russia attorno alla questione ucraina, entra in gioco anche la Finlandia.
Sia il presidente Sauli Niinisto sia la prima ministra Sanna Marin hanno infatti negli ultimi giorni detto o lasciato intendere che non escludono l'eventualità di una adesione alla Nato del loro paese.
L'ultima volta se ne era parlato nel 2014 dopo l'invasione e l'annessione russa della Crimea e lo scatenarsi della guerra nel Donbass ucraino.
Attualmente la Finlandia ha relazioni bilaterali militari molto salde con alcuni paesi della Nato, ma ha accordi commerciali importanti con la Russia. Paese che storicamente però ha rappresentato periodicamente una minaccia per i finlandesi, che hanno anche combattuto, direttamente o indirettamente, due volte nel corso del XX secolo contro il potente vicino.
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Naturalmente Mosca è assai preoccupata per un'eventuale mossa di Helsinki verso la Nato. La Russia ha esplicitamente chiesto agli Stati Uniti di limitare l'espansione a est dell'Alleanza atlantica. Come condizione per non compiere altre esercitazioni militari al confine con l'Ucraina, Mosca propone trattati legalmente vincolanti con i paesi interessati dell'area e chiede di non dispiegare missili a raggio intermedio nelle aree al confine con la Russia e il ritiro degli americani da tutte le infrastrutture esistenti per il posizionamento di armi nucleari.
Nelle prossime settimane ci saranno tre importanti appuntamenti diplomatici durante i quali discutere di questi temi:
-a Ginevra il 9 e 10 gennaio per parlare di controllo degli armamenti;
-la riunione del Consiglio Nato-Russia del 12 gennaio a Bruxelles;
-infine il vertice Osce di Vienna del 13 gennaio.