In Kazakistan ci sarebbero decine di morti fra i manifestanti e almeno 12 fra i poliziotti, a causa delle manifestazioni di protesta degli ultimi giorni e dalla reazione della polizia.
Intanto sono arrivate nel paese i militari russi per “ripristinare la pace”, richiesti a gran voce dal presidente Kassym-Jomart Tokayev nel quadro di un trattato di sicurezza della regione siglato da Russia, Kazakistan, Armenia, Bielorussia, Kyrgyzstan e Tajikistan.
Il Guardian riferisce di testimonianze da Almaty, principale città del paese, di caos e di alcuni edifici governativi in fiamme o saccheggiati dai manifestanti, anche se i dimostranti ricordano ai testimoni oculari che le dimostrazioni sono cominciate a inizio settimana in modo pacifico e si sono via via trasformate in azioni violente dopo la reazione armata e pesante delle forze dell’ordine.
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Shaun Walker del Guardian cita una giornalista locale, Ardak Bukeeva, che ha confermato l’assalto al palazzo presidenziale con decine di persone uccise durante l’attacco.
Le manifestazioni sono cominciate nei giorni scorsi per protestare contro le condizioni economiche e politiche del paese, ha spiegato Bukeeva. Solo mercoledì la situazione si è riempita di violenza e disordine. Anche se, secondo alcuni manifestanti, la presenza di provocatori fra la folla e la reazione conseguente della polizia hanno causato la maggior parte delle violenze.
Internet e i telefoni mobili sono spesso inutilizzabili e c’è molta confusione nella diffusione delle informazioni, difficili da verificare per i giornalisti.
I motivi della protesta
Le manifestazioni sono cominciate nei giorni scorsi per protestare contro le condizioni economiche e politiche del paese. In particolare è stato l'aumento del prezzo del Gpl ha suscitare la rabbia più evidente della popolazione, in seguito alla decisione del governo di liberalizzare i prezzi. Ben presto le proteste si sono diffuse nel resto del territorio e hanno preso di mira la corruzione, la povertà e la diseguaglianza economica.
Solo mercoledì si sono trasformate in disordini, anche violenti. Anche se, secondo alcuni manifestanti, la presenza di provocatori fra la folla e la reazione conseguente della polizia hanno causato la maggior parte delle violenze.
Internet e i telefoni mobili sono spesso inutilizzabili e c’è molta confusione nella diffusione delle informazioni, difficili da verificare per i giornalisti.
Oltre che l’attuale presidente Kassym-Jomart Tokayev i manifestanti prendono di mira Nursultan Nazarbayev, uomo forte del potere, che ha governato il Kazakistan dall’indipendenza del 1991 fino al 2019 ed è rimasto dietro le quindi come un burattinaio.
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