
Un Pil verde per salvare l’ambiente
L’Onu studia un nuovo metodo di valutazione statistica della ricchezza delle nazioni
Martedì 2 marzo l’Onu ha avviato una procedura di consultazione fra tutti i paesi membri per adottare un nuovo criterio per misurare la crescita, il reddito e la ricchezza.
Il Seea
Il cambio di criteri avviene nel quadro tracciato dal System of Environmental-Economic Accounting (SEEA) per la compilazione di statistiche che uniscano i dati ambientali con quelli economici (come illustrato sul sito seea.un.org).
Il costo ambientale
Spiega su Repubblica Federico Rampini che “negli ultimi cinquant’anni, se guardiamo al Pil vecchio stile, l’economia del pianeta ha quintuplicato la propria ricchezza. Ma il costo in termini di impoverimento dell’ambiente è stato enorme, e non si riflette nelle statistiche. Perciò è importante l’operazione iniziata all’Onu: se il concerto delle nazioni accetta di cambiare il termometro, l’idea che ci facciamo della nostra salute economica verrà modificata, e così il modo in cui prenderemo le decisioni sul futuro”.
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Due conferenze nel 2021
La nuova misurazione del Pil, un Pil verde, verrà discussa e elaborata in due appuntamenti: le conferenze dl 2021 sul cambiamento climatico a Kunming in Cina e successivamente a Glasgow.
Quali effetti concreti
Difficile per ora valutare quali effetti concreti sul benessere del pianeta avrà questo cambio nelle statistiche economiche. Da anni alcuni economisti più sensibili all’impatto ambientale delle attività umane si battono per una considerazione diversa della ricchezza delle nazioni. Su tutti Amartya Sen, Joseph Stiglitz e Jeffrey Sachs. Anche in Italia, l’Istat ha messo a punto nel 2018 il cosiddetto Bes, l’indice di benessere equo e sostenibile. Dodici sono gli indicatori del Bes legati alla legge di Bilancio, e dovrebbero rappresentare un parametro guida per le politiche pubbliche.