Secondo un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine, negli ultimi quattro anni negli Stati Uniti i bambini e gli adolescenti sono morti più per le armi da fuoco che per gli incidenti stradali. Confermano le conclusioni dell'articolo anche i dati del Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Cdc).
Le vittime per lesione da arma da fuoco
Entrambe le fonti, infatti, mettono in evidenza come tra 2000 e 2020, il numero di bimbi, teen agers e giovani adulti che hanno perso la vita in seguito ad una lesione provocata da un'arma da fuoco è passato da 6.998 a 10.186. E cioè: da 7,3 a 10,3 calcolati sulla base di centomila abitanti.
Le vittime per incidenti stradali
La tendenza al decesso è invece opposta se, come causa di morte, si guarda agli incidenti stradali: le vittime, in questo caso, sono passate da 13.049 (13,62 su centomila abitanti) a 8.234 (8,31) grazie al miglioramento delle infrastrutture stradali, all’introduzione dell’Abs, ai controlli di stabilità elettronici, ai sistemi di rilevamento dei punti ciechi, agli airbag laterali nelle vetture e all’obbligo di far viaggiare i bambini a bordo dei seggiolini.
La diffusione incontrollata delle armi da fuoco
La vendita delle armi da fuoco, al contrario, continua a rimanere incontrollata: in molti Stati non è necessario presentare alcun documento (né il possesso di una licenza né la verifica di eventuali precedenti penali) nel momento in cui si acquista una pistola o un fucile. Perdipiù, le leggi escludono nella quasi totalità dei casi la responsabilità per i produttori.
Insomma, negli Stati Uniti non si è verificato alcun miglioramento nella diffusione delle armi, nemmeno rispetto a vent'anni fa.
"Servono più investimenti nella ricerca in questo ambito", ha fatto presente Lois Lee, pediatra intensivista del Boston’s Children Hospital e autrice dell'analisi pubblicata sul "New England Journal of Medicine".
Linda Degutis, epidemiologa della scuola di sanità pubblica dell’Università di Yale che sulla rivista Scientific American ha parlato del tema delle continue sparatorie nel Paese, la pensa così: "Se siamo riusciti a ridurre il numero delle vittime degli incidenti stradali senza eliminare i veicoli a motore, possiamo fare lo stesso anche con le armi: a patto di lavorare seriamente per ridurre la loro diffusione nella società. Non possiamo accettare passivamente un numero di eventi tragici così elevato".
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