A che punto è la crisi dell'energia che ha portato ad aumenti sensibili delle bollette e che rischia di frenare la ripresa delle economie dalla depressione causata dalla pandemia?
Offerta insufficiente
Possiamo intanto dire che l'Italia, per esempio, in sei mesi, ha dovuto sostenere una spesa aggiuntiva di 40 miliardi.
D'altra parte, il mercato internazionale ha subito una serie di mutazioni che, combinate, hanno determinato una insufficiente offerta per fare fronte all'aumento della domanda seguito alla ripresa economica.
I paesi Opec+, spiega Paolo Mastrolilli su Repubblica, non hanno accresciuto la produzione perché "dovevano svuotare le riserve accumulate durante la pandemia e recuperare i ricavi perduti né interesse politico ad aiutare gli Usa, critici verso Rias e Mosca, per motivi geopolitici".
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Per questo i prezzi di gas naturale e del petrolio sono saliti ai massimi storici.
Scenario in mutamento
Nei prossimi mesi però lo scenario potrebbe cambiare nel senso della riduzione dei prezzi.
–In primo luogo gli Stati Uniti hanno immesso sul mercato 50 milioni di barili di petrolio delle riserve strategiche;
–in secondo luogo, i segnali non buoni dalla pandemia, in relazione alla variante Omicron che potrebbe di nuovo frenare l'economia, hanno raffreddato un po' i prezzi;
–infine, l'Opec+ ha deciso di aumentare la produzione di 400mila barili al giorno.
Il petrolio quindi è calato del 20% da ottobre e si auspica che il gas faccia altrettanto. Il resto dovrebbe farlo lo sblocco delle supply chain mondiali ancora impacciate dagli intoppi causati dalla pandemia.