A giugno 2022 l'inflazione rilevata dall'Istat in Italia è stata dell'8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una condizione che non si verificava dal 1986.
In confronto a maggio di quest'anno, si è registrato un aumento dell'1,2%. Si tratta, ricorda Rosaria Amato su Repubblica, di un aumento che fino all'anno scorso era il rialzo annuale. Sì: fino allo scorso anno ogni anno l'indice dei prezzi cresceva di poco più dell'1%, ogni dodici mesi.
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Come ricorda Francesco Manacorda su Repubblica, c'è un che di paradossale nel fatto che sia Mario Draghi da presidente del Consiglio ad affrontare questa inflazione monstre. Lui che da presidente della Bce si era trovato a fare di tutto per aumentare l'inflazione dopo la crisi del 2008 nell'area Euro. Perché, come noto, un'inflazione troppo bassa è indice di stagnazione.
Ora dunque la situazione si è capovolta. E il Codacons è arrivato a stimare che per una famiglia con due figli, l'attuale tasso all'8% può costare oltre tremila euro l'anno.
Certo i costi energetici sono i primi imputati di questa corsa inflattiva. Ma ormai questi costi trascinano anche quelli dei beni primari: il cibo e gli altri articoli di prima necessità che si acquistano al momento della 'spesa'.
Dopo l'energia sono proprio gli alimentari i più colpiti dall'aumento dei prezzi: qui oltre ai costi energetici si fanno sentire quelli della guerra che ferma o rallenta la distribuzione delle derrate, e poi quelli della siccità. E questi aumenti incidono ovviamente di più sulle famiglie con redditi più bassi.
L'inflazione cosiddetta 'acquisita' (quella che si registrerebbe per il 2022 se d'ora in poi non ci fossero altri rincari) è ormai al 6,4%.
Secondo Confcommercio, l'inflazione relativa a tutto il 2022 si attesterà attorno al 7%, con un rientro lento e graduale a partire dal 2023.
Nell'area euro, secondo Eurostat, in giugno l'inflazione è stata addirittura dell'8,6%, livello mai raggiunto da quando è stata creata l'unione economica e monetaria.