
Recovery Plan, la Commissione europea chiede le riforme
Vanno dettagliati i progetti: produttività, giustizia, burocrazia, tasse
Abbiamo visto qualche giorno fa le tappe dell’approvazione del Recovery Plan italiano da parte del Parlamento e le successive fasi che dovranno portare all’erogazione da parte della Commissione europea dei 209 miliardi del Next generation Eu (complessivamente vale 750 miliardi) che spettano all’Italia.
Abbiamo anche visto che da più parti, per esempio il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, e Carlo Cottarelli, hanno sottolineato che il piano italiano deve essere migliorato.
Le richieste della Commissione europea
Sul tema del miglioramento del piano – spiegano Alberto D’Argenio e Roberto Petrini su Repubblica – ora entra direttamente la Commissione Ue che ha messo per iscritto che i programmi nazionali “dovrebbero guardare alle raccomandazioni Ue 2019 e 2020”, vale a dire alle riforme che l’Europa chiede da anni al nostro paese.
Insomma, bisogna rimediare alla vaghezza dei piani e soprattutto dire come i singoli paesi affronteranno “gli squilibri”.
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Le riforme
Per l’Italia lo squilibrio principale è il debito pubblico che va affrontato:
–aumentando la crescita economica attraverso l’aumento della produttività e della competitività,
–taglio della burocrazia,
–giustizia più rapida,
–eliminazione di quota 100,
–creazione di un miglior ambiente di investimento per le imprese.
Riscrittura
La Commissione è preoccupata perché nella bozza del piano le riforme sarebbero scomparse – questo almeno riporta l’articolo di Repubblica. Sono spariti riferimenti agli interventi sulla spesa pensionistica, e allo spostamento delle tasse verso la rendite con l’aggiornamento dei valori catastali.
Insomma, il governo, secondo queste indicazioni, ha ancora parecchio lavoro di riscrittura del Plan.