Nei prossimi giorni, al massimo ai primi di agosto, il consiglio dei ministri del governo Draghi varerà il disegno di legge delega per la riforma fiscale. Si tratta di una delle riforme richieste dall’Europa come condizione per l’erogazione dei fondi del Pnrr.
Le linee indicate dalla bicamerale
La commissione bicamerale per la riforma del fisco ha licenziato nei giorni scorsi un testo con le linee guida.
Nessuna rivoluzione
Tuttavia, sarà una riforma fondata sui compromessi perché, spiega Francesco Manacorda su Repubblica riferendosi alle parole del ministro dell’Economia Daniele Franco, “fondi per fare una rivoluzione nel fisco di sicuro non ce ne sono e pensare di attuare una riforma del genere facendo aumentare il deficit pubblico ‘non è uno scenario possibile’ e quindi un governo come quello attuale non vorrà di sicuro realizzarlo”.
Riduzione passando dalle tax expenditures
Secondo Manacorda, quindi, se l’idea della “riduzione delle tasse” verrà attuata, sarà nelle regole che Franco detterà. Per esempio sull’Irpef, dove la riduzione passerà mettendo mano alle “tax expenditures”, l’insieme complicato di sgravi e sconti fiscali creatosi in anni di leggine ad hoc e che rende inefficiente il sistema.
Andranno fatte anche scelte che scontenteranno qualcuno in Parlamento, nella compagine eterogenea che sostiene il governo.
La crescita dell’economia
La guida a questi interventi, secondo le direttive di Franco e di Draghi, dovrebbe essere un intervento che favorisca la crescita dell’economia. Quindi, come ha detto Franco, verrà ridotto il cuneo fiscale che tassa il lavoro; per le imprese potrebbe essere cancellata l’Irap.
Secondo Manacorda, invece, meno sostenibili sono le richieste di mantenere la flat tax per i lavoratori autonomi e un regime agevolato per chi cresce poco: comportanno sperequazioni rispetto ai lavoratori dipendenti e disincentivano la crescita.
Vedremo nei prossimi giorni
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