
Perché il Giorno della Memoria è proprio il 27 gennaio
Nel 1945 i sovietici liberano Auschwitz-Birkenau
Il Giorno della Memoria è la giornata mondiale della commemorazione dell’Olocausto, lo sterminio razziale operato fra il 1938 e il 1945 dalla Germania nazista con la collaborazione dei suoi alleati (fra cui, va detto, anche l’Italia e poi la Repubblica Sociale Italiana di Mussolini).
La ricorrenza è stata istituita dall’Onu nel 2005 e celebrata per la prima volta il 27 gennaio 2006 come “Giornata internazionale annuale di commemorazione in memoria delle vittime dell'Olocausto”.
Con questa risoluzione, l’Onu invitava tutte le nazioni a organizzare eventi per ricordare il genocidio alle generazioni future.
Perché proprio il 27 gennaio
Il 27 gennaio 1945 siamo all’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, e la Germania nazista va oramai verso la sconfitta.
Quel giorno, l’esercito dell’Unione Sovietica, entrato in Polonia, libera il più grande complesso di campi di concentramento e sterminio fra quelli realizzati dal nazismo: Auschwitz-Birkenau.
Perché si chiama "Olocausto"
“Olocausto” è una parola del greco antico.
Con questo termine si era soliti indicare i sacrifici di animali, che, anticamente, nelle religioni greca, romana e giudaica, venivano appunto interamente bruciati per ingraziarsi la divinità.
Con la maiuscola (Olocausto), la parola indica lo sterminio degli ebrei nei campi nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Shoa: cosa vuol dire
“Shoa” è un’antica parola ebraica. Significa “distruzione”. Compare anche nella Bibbia, per esempio in Isaia 47, 11, cioè in un libro scritto più o meno nel V secolo avanti Cristo.
Shoa è anche il termine usato per indicare lo sterminio nazista in cui persero la vita circa 6 milioni di ebrei.