I timori di inflazione in Italia e nel mondo sono tornati. Nel nostro paese in ottobre 2021 l'Istat ha registrato un incremento del 3% rispetto allo stesso mese del 2020. Si tratta dell'aumento maggiore da settembre 2012.
Che cos'è l'inflazione
Ricordiamo che l'inflazione misura semplicemente il tasso di crescita dei prezzi di beni e servizi in un periodo dato rispetto al corrispondente periodo di un anno prima o del mese precedente.
Entro certi limiti l'inflazione è un segnale favorevole: significa che l'economia è in buone condizioni perché la domanda di beni e servizi è sostenuta. La Bce per esempio ha sempre indicato come un buon segno l'inflazione oltre il 2%.
–––––––
LEGGI ANCHE:
Perché adesso l'inflazione comincia a preoccupare
Perché la carenza di manodopera rischia di alimentare l'inflazione
––––––
Le differenze fra settori
In questo anno – ottobre 2020 - ottobre 2021 – l'inflazione è stata diversa a seconda delle aree dell'economia italiana: +1,1% per gli alimentari, 11,4% per gas e elettricità, 8,7% per i trasporti. L'andamento è stato invece negativo per comunicazioni, -2% e istruzione -0,7%.
Nella zona euro, secondo Eurostat, l'inflazione è stata del 4,1%, percentuale raggiunta una sola volta dal 1997.
Due cause principali
Gli economisti hanno identificato due cause per l'inflazione attuale:
–la forte ripresa della domanda successiva alla crisi pandemica con alcuni settori produttivi che per vari motivi non riescono a soddisfare tale domanda.
–In secondo luogo il forte aumento costo dell'energia.
Il futuro incerto
Gli economisti sono invece piuttosto divisi sul futuro; una scuola di pensiero sostiene che le banche centrali e la Bce dovrebbero intervenire alzando i tassi di interesse per evitare la cosiddetta spirale prezzi-salari, che potrebbe avviare un periodo di stagflazione: aumento dei prezzi ma senza crescita economica. Un'altra scuola ritiene invece che l'inflazione sia temporanea e che si raffredderà non appena le economie in ripresa dopo la pandemia si assesteranno.