
Vaccino, l'Italia contro i tagli delle dosi di Pfizer
Da rivedere il piano vaccinale. Speranza: "Contro il gruppo useremo tutte le armi possibili"
Dopo aver annunciato che le consegne del suo vaccino contro il Covid-19 all’Europa sarebbero state ridotte per 3-4 settimane per poter incrementare la capacità di produzione del farmaco dagli attuali 1,3 miliardi di dosi all'anno a 2 miliardi, il gruppo farmaceutico Pfizer ha fatto sapere che ci saranno ulteriori ritardi e tagli nella distribuzione delle fiale tra 25 e 31 gennaio.
La decelerazione riguarderà anche l'Italia, a cui lo scorso 15 gennaio era già stato annunciato un taglio pari a 165mila dosi (-29%), che sono passate così da 562.770 dosi a 397.800.
"Non solo non verranno consegnate in Italia le dosi che sono state unilateralmente e senza preavviso non consegnate nella settimana 18-24 gennaio, pari al 29%, ma ci sarà una pur lieve ulteriore riduzione delle consegne", ha detto il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri nel corso del vertice con le Regioni del 19 gennaio, sottolineando che nei confronti di Pfizer verrà presentato un esposto alla procura per "impatto sulla salute per inadempimento del contratto pubblico" oltre ad una diffida con ipotesi di danni per il rallentamento del piano dei vaccini.
Arcuri ha anche fatto presente che l'azione legale dovrebbe essere promossa direttamente dalla Commissione europea dal momento che il foro competente è Bruxelles.
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L'esposto è stato confermato anche dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, che parlando delle "riduzioni unilaterali senza preavviso" ha commentato: "Pretendiamo chiarezza e rispetto per il nostro paese sugli accordi europei presi".
Anche il ministro della Salute Roberto Speranza ha garantito che l'Italia utilizzerà "tutte le armi possibili, compresa la pressione sulla commissione Ue".
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