Secondo un report di Confindustria sui titoli di lavoro più richiesti nel settore industriale e in quello dei servizi, nonostante in diversi settori non è necessaria una laurea e sarebbe invece sufficiente un'istruzione tecnica professionalizzante, mancano ancora all'appello troppi diplomati. Nel 2020 ne sono mancati 318mila, per la precisione, pari al 28% degli ingressi previsti.
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Ecco quali profili risultano particolarmente introvabili e sono quindi richiesti:
- la carenza di competenze come difficoltà delle imprese ad assumere è più alta nel settore "turismo, enogastronomia e ospitalità" (56,4%),
- nel settore "elettronica e elettrotecnica" (54,5%),
- in quello "amministrazione, finanza, marketing" (52,3%),
- ma anche in "grafica e comunicazione" (48,6%),
- e infine in "chimico, materiali e biotecnologie" (43,7%).
Le cause a monte
Una difficoltà, quella di reperire i diplomati, che potrebbe dipendere per il 48% legate alla carenza di competenze e per il 43% alla carenza di offerta, si legge sul report.
"A monte non ci sono abbastanza iscritti agli istituti tecnici e professionali. È un tema su cui stiamo lavorando molto assieme al ministro dell'Istruzione, anche per creare una filiera che abbia come terminale gli Its sbocco terziario naturale dei percorsi tecnico-professionali", ha spiegato il vicepresidente di Confindustria per il Capitale Umano, Giovanni Brugnoli.
La situazione nel 2017
Il report nota inoltre che nel 2017, nel nostro Paese, il 63% degli assunti nel settore industriale aveva un diploma tecnico, il 21% di tipo professionale, e solo il 16% provenienti dal liceo. Anche nel settore dei servizi nel 2017 la maggior parte degli assunti (il 58%) aveva un diploma tecnico. Il 15% proveniva dal professionale e il 27% dal liceo.