
Covid, che cos'è la "nebbia cognitiva"
È un sintomo dell'infezione. Provoca, tra le altre cose, vuoti di memoria e spaesamento
Si chiama “nebbia cognitiva” e ne soffre una persona su 20 dopo aver contratto il coronavirus ed esserne guarita.
In Italia è la biologa Barbara Gallavotti ad occuparsene. E in un’intervista con Il Messaggero ha spiegato: “Il Covid può influire sulle nostre capacità mentali a medio e lungo termine. Molti, una volta guariti, lamentano una specie di nebbia e stanchezza mentale, sono i cosiddetti 'strascichi'. Questi sintomi sembra riguardino una persona su venti. E si tratta di individui giovani, tra i 18 e i 49 anni”.
La sindrome da “nebbia cognitiva”, secondo gli esperti, fa sì che all’improvviso non ci si ricordi più il tragitto per tornare a casa, si faccia fatica a lavorare e guidare la macchina o andare a fare la spesa. Secondo Aluko Hope, specialista in terapia intensiva al Montefiore hospital di New York City “non sono solo le persone anziane ad avere questi sintomi cognitivi. Non sappiamo chi è a rischio o perché”.
Gli stessi sintomi, tuttavia, erano stati riscontrati nelle precedenti epidemie di Sars e Mers. Le cause quindi potrebbero risiedere nella risposta del sistema immunitario, ma potrebbero dipendere anche direttamente dal virus che è in grado di colpire proprio il sistema nervoso. Nei pazienti, infatti, sono stati riscontrati anche disturbi neurologici, che vanno dalla cefalea alle mialgie, all’encefalopatia.