
Il primato della Pianura Padana per morti di inquinamento
Brescia e Bergamo sono le città con la mortalità più alta per le polveri sottili in Europa
Non ha tutti i torti Elena Tebano, giornalista del Corriere della Sera, quando scrive che difficilmente si riesce ad ammettere, quando qualcuno muore, che è morto "per inquinamento".
Eppure, dati dell'Health Effects Institute di Boston alla mano, proprio a causa dello smog, ci ammaliamo continuamente: di asma, bronchite, cancro, infarto, diabete. Soffriamo di infiammazioni alle vie respiratorie, e poi ci vengono le dermatiti, le congiuntiviti, le allergie.
Non è un caso che queste patologie siano così frequenti nelle zone particolarmente inquinate. L'aria che non vediamo ma che respiriamo è composta da sostanze deleterie per il nostro corpo: sono le cosiddette polveri sottili, o pm 2,5 (prodotte soprattutto da allevamento e riscaldamento intensivi), e il biossido di azoto (un risultato del traffico automobilistico).
Nel 2013 l'Oms ha confermato che "lo smog è tra le sostanze più cancerogene del mondo e tutto l’inquinamento dell’aria è pericoloso per la salute", e ha inserito gli inquinanti dell’atmosfera nel gruppo numero 1 degli agenti cancerogeni, cioè tra le sostanze "sicuramente in grado di provocare il cancro".
È in questa cornice che si inserisce la ricerca condotta dall'Università di Utrecht, dal Global Health Institute di Barcellona e dal Tropical and Public Health Institute svizzero e pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet Planetary Health.
Oggetto della ricerca sono mille città europee e quanto in queste città si muoia a causa dell'inquinamento, per l'appunto. E, tra tutte le aree prese in considerazione dagli studiosi, la Pianura padana è quella che ha ottenuto l'infelice primato di decessi per smog.
I risultati, desolanti, mettono in classifica le dieci città in Europa con il maggior carico di mortalità attribuibile proprio alle polveri sottili, che sono: Brescia (Italia), Bergamo (Italia), Karviná (Repubblica Ceca), Vicenza (Italia), Unione metropolitana dell'Alta Slesia (Polonia), Ostrava (Repubblica Ceca), Jastrzebie-Zdrój (Polonia), Saronno (Italia), Rybnik (Polonia), Havirov (Repubblica Ceca). Verona è all'11esimo posto, Milano al 13esimo, Treviso al 14esimo, Padova al 15esimo, Como al 17esimo, Cremona al 18esimo, Busto Arsizio al 19simo, Pavia al 21esimo, Novara al 22esimo, Venezia al 23esimo, Pordenone al 24esimo, Piacenza al 25esimo, Ferrara al 26esimo, Torino al 27esimo, Gallarate al 29novesimo.
Fino alla millesima città non possiamo arrivare, più che altro per motivi di spazio, ma qui trovate la lista completa. Da precisare, inoltre, che Torino è la terza provincia in Europa per mortalità collegata al diossido di azoto (e non, quindi, alle polveri sottili), mentre Milano è la quinta.
Tutti i dati della ricerca si riferiscono al 2015. E anche se dal 2015 qualcosa è cambiato (per esempio, nel dl Agosto è stato previsto un fondo pluriennale da 900 milioni dal 2020 al 2034 e di 40 milioni annui dal 2035 per l'abbattimento delle emissioni di polveri sottili e ossidi di azoto proprio nelle regioni del Bacino Padano), nel frattempo siamo riusciti ad essere investiti da una pandemia disastrosa i cui effetti (o cause?) sono in parte collegate all'inquinamento atmosferico.
- LEGGI ANCHE: Le misure antismog in Lombardia
Ancora: non è un caso che la Pianura Padana abbia registrato uno dei più elevati tassi di letalità da Covid non solo in tutta Italia, ma anche in tutto il mondo.
Francesca Dominici, scienziata italiana ad Harvard, è riuscita a dimostrare che "basta una differenza di un microgrammo nella media di pm 2,5, il particolato ultrasottile, per aumentare il tasso di mortalità del nuovo coronavirus del 15 per cento". Qui trovate la sua ricerca in merito.