
Vaccinazione anti Covid-19: l’importanza di comunicare
Sottolineare tutti i vantaggi, ascoltare i timori sugli effetti collaterali
Nel quadro disegnato dalla diffusione del contagio di Covid-19 e dalla tragica contabilità dei morti causati dal virus, la speranza di soluzione è ormai affidata quasi esclusivamente alla vaccinazione di massa che verrà praticata in tutti i paesi colpiti. In Europa la macchina è partita il 27 dicembre, con le prime inoculazioni, quasi un giorno simbolico della svolta nella lotta alla pandemia; e poi continua da gennaio 2021, con la campagna che riguarderà, via via, tutta la popolazione.
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Convincere i cittadini
Il punto è organizzare questa vaccinazione ma anche convincere un numero sufficiente di cittadini a sottoporsi al vaccino (anche se, i sondaggi che vengono condotti dimostrano una buona disponibilità)
Come comunicare
Le autorità di governo italiane hanno in queste settimane ripetuto che la vaccinazione contro il Covid-19 non sarà obbligatoria.
Confirmation bias
Come sappiamo da fatti e opinioni del recente passato, è diffusa – anche se largamente minoritaria – nel nostro paese una certa diffidenza nei confronti delle vaccinazioni. Inoltre, giocano un ruolo importante alcuni bias – in particolare il confirmation bias – che ci spinge a selezionare, fra le informazioni disponibili, quelle che confermano ciò che già crediamo.
Invulnerabilità percepita
Inoltre, siamo spesso vittime di quel che la psicologia chiama invulnerabilità percepita: pensiamo cioè di essere meno in pericolo di altri. Quindi riteniamo ragionevoli gli appelli alla vaccinazione per gli altri, non per noi stessi.
Come fare
Le autorità hanno a disposizione alcune soluzioni di comunicazione per superare la possibile resistenza alla campagna di vaccinazione contro il Covid-19.
•– In primo luogo va spiegata bene e senza reticenze la serie dei benefici effettivi immediati e di medio periodo di una vaccinazione diffusa: immunità di gregge effettiva, se si raggiunge una quota sufficiente di popolazione; ripresa economica causata dalla riapertura delle attività, della scuola ecc.
•– Considerare le diverse tipologie di cittadini e le differenti attitudini nei confronti delle vaccinazioni, per scegliere gli argomenti e i toni giusti nella comunicazione.
•– Evitare che vengano sovrastimati i possibili effetti secondari del vaccino e che le persone si facciano paralizzare da rischi a probabilità molto bassa. Per questo tipo di comunicazione è opportuno usare le reti di relazione consolidate, lasciando esprimere i sacerdoti, i medici, i sindaci che godono della fiducia e delle relazioni di prossimità. È importante affrontare la questione degli effetti secondari in modo aperto e diretto, evidenziando le basse probabilità che si verifichino ma al contempo non temere i discorsi di chi afferma il contrario. Si eviterà così il pericolo del diffondersi di accuse di complotti per nascondere gli effetti veri delle vaccinazioni.
[Questo articolo è stato pubblicato la prima volta il 6 dicembre 2020 e successivamente aggiornato]