
TikTok: il Garante per la Privacy chiede di valutare i potenziali rischi
Per Soro “serve una task force europea” che esamini come vengono trattati i dati dei giovani utenti del social
Dopo le polemiche e i divieti negli Stati Uniti, i rischi che presenta TikTok - il social network che consente di creare e condividere brevi diventato virale nel 2019 e con una base utenti di 1 miliardo di giovani, dei quali 500 mila attivi quotidianamente sulla piattaforma – diventano oggetto di attenzione anche per il Garante per la privacy italiano, Antonello Soro.
Nella lettera inviata al Comitato, il Garante sottolinea come siano già pervenute all'Autorità italiana alcune segnalazioni in merito alle possibili vulnerabilità che presenta l’app, facendo notare come anche altre Autorità - come l'Ico inglese e la Federal Trade Commission statunitense - abbiano già proceduto ad avviare indagini autonome.
Il Garante italiano segnala dunque agli altri partner europei la necessità di procedere in maniera forte e coordinata, anche in considerazione della delicatezza e della rilevanza di questo tipo di piattaforme, rivolte soprattutto alle fasce di utenti più giovani.
Soro, evidenziando la necessità di un’iniziativa “forte e coordinata, anche in ragione della rilevanza della piattaforma”, ha chiesto che la questione venga posta all'attenzione della prossima riunione plenaria - in programma a Bruxelles il 28 e il 29 febbraio 2020 - dell’Edpb.
Il social, nato nel 2016 raccogliendo l’eredità di musical.ly, ha sviluppato il format proposto per la prima volta da Vine, allungando però la durata dei video associati ad una sorta di colonna sonora. E il successo, dopo 3 anni, è stato evidente e inebriante, superando nel volgere di un battito di ciglia la concorrenza di Snapchat con la nemmeno celata intenzione da parte dell’azienda proprietaria dell’app – la cinese ByteDance - di sfidare colossi come YouTube e i social di Menlo Park (Facebook e Instagram).
Intenzione che, stando ai numeri, si è tramutata in realtà, con l’applicazione che è presente in 150 Paesi, disponibile in 75 idiomi diversi e, soprattutto, diventata il social per eccellenza per la Generazione Z, gli attuali teenager, e per gli under 30.
In Italia i dati parlano di una crescita degli utenti imponente, con la base utenti a crescere costantemente in tempi record, passando nel volgere di pochi mesi da 2 milioni di account a quasi 6,5 milioni, escludendo quelli dei minorenni e degli under 14 che, ad ogni modo, popolano il social. Dato n certificato, certo, ma basta usare TikTok per qualche giorno per rendersi conto della cosa e del successo del social anche in Italia, davvero sbalorditivo.
TikTok negli Usa è ampiamente osteggiata da tempo per quanto concerne la privacy, con il governo che la ritiene legata all’esecutivo di Pechino e, di conseguenza, app spia. Al punto di vietarne l'utilizzo sui dispositivi dati in concessione dal Pentagono ai militari, aprire un’indagine ufficiale perché "potenziale minaccia per la sicurezza nazionale" e, immancabile, far partire una class action. Situazione che ha “costretto” ByteDance a provare di sistemare le cose, senza esito, con una visita ufficiale negli Usa per fornire i dovuti chiarimenti sul trattamento dei dati e l’opzione, ancora, sul tavolo, di creare una sede al di fuori della Cina che si occupi esclusivamente dell’app.
- LEGGI ANCHE - TikTok prova a rassicurare il governo Usa
I timori del Garante, diversi da quelli statunitensi, riguardano soprattutto la poca trasparenza rispetto alla raccolta e all’utilizzo dei dati raccolti dai giovani utenti, palesando come sia obbligatori, per l’Europa, sapere cosa accade con gli stessi “e capire se ci sono delle falle su una piattaforma che è particolarmente diffuso fra i nostri figli", soprattutto dopo la scoperta di una falla che ha esposto i dati di milioni di utenti scoperta a inizio gennaio.
Preoccupazioni più che legittime, molto lontane dalla caccia alle streghe che sta andando in scena negli Usa. Che, peraltro, non interessa solo TikTok ma tutto il comparto tecnologico cinese e il "sospetto" legame dello stesso con il governo di Pechino.