
Giornali pirata: chiusi 329 canali Telegram
Risultato (parziale) delle indagini avviate dopo un esposto degli editori (FIEG) nell'aprile 2020
Nell’ambito delle indagini avviate dalla procura di Bari nell’aprile del 2020, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza ha disposto l’urgente sequestro preventivo di 10 siti Internet, usati per diffondere copie pirata di quotidiani, riviste ed ebook.
Fenomeno che va avanti da tempo soprattutto su Telegram, il contrasto alla diffusione delle copie pirata è diventato concreto solo dopo una denuncia della Federazione Italiana Editori di Giornali FIEG) presentata all’AGCOM nell’aprile 2020.
Nei mesi successivi sono stati chiusi diversi siti e canali Telegram, con la stessa FIEG che a quasi un'anno dalla denuncia e della conseguente indagini da notizia del blocco di 329 canali sulla piattaforma, palesando soddisfazione per gli esiti dell’operazione #cheguaio portata avanti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari.
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Come rileva la nota diffusa dalla FIEG, le autorità hanno oscurato 10 siti pirata – scoperti grazie all’analisi di dispositivi sequestrati a 9 persone già indagate per violazione delle leggi sul copyright - che mettevamo a disposizione di tutti ebook e copie digitali di riviste e giornali, non solo italiani.
Questo - nonostante i siti poggiassero su server in terra straniera - senza chiedere nulla in cambio agli utenti, con proventi originati dalle pubblicità e non dalla diffusione delle copie piratate.
La Guardia di Finanza di Bari evidenzia infatti come “il mercato della pirateria editoriale sia un business illecito molto fiorente”, rilevando altresì i rischi per chi lo sfrutta che possono sconfinare nel penale senza che ve ne sia consapevolezza.
Il tutto con ingenti perdite (e mancati guadagni) per gli editori, che detengono i diritti d’autore per i contenuti e vengono colpiti anche da un sistema capace di alterare le dinamiche di mercato arrecando danni “agli operatori del settore che rispettano le regole”.