La Russia, che da più di quattro lustri partecipa attivamente al progetto ISS (Stazione spaziale internazionale), è pronta a lasciare NASA, ESA (istituzione europea omologa a quella statunitense) e le agenzie spaziali di Canada e Giappone, per poi mettere in orbita una sua stazione spaziale indipendente. La comunicazione arriva direttamente dall’agenzia stampa Roscosmos, vicina al Cremlino e dunque affidabile.
Secondo quanto si apprende l’intenzione è concretizzare e finalizzare l’iniziativa entro il 2025, e a riprova delle velleità serie di Mosca nel merito avrebbero già preso il via lavori per la realizzazione di un primo modulo, affidati nella fase progettuale ad “Energia”. Energia che, in passato, ha messo a punto i veicoli spaziali Sojuz.
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Resta ancora da definire il “divorzio” russo dalla Stazione Spaziale Internazionale, perché il progetto a dir poco ambizioso stando alle opinioni di diversi analisti geopolitici cozzerebbe con le volontà di Vladimir Putin, con l’inquilino del Cremlino assai più propenso ad investire tempo e soldi in ambito militare e non in iniziative collegate allo spazio.
Posizione che non sorprende visto il passato di Putin, anche se questa notizia segue indiscrezioni relative a una collaborazione russo-cinese per la realizzazione di una base lunare.
Peraltro, la tempistica dell’annuncio ha un senso, sebbene la Russia in questa fase stia affrontando diversi problemi geopolitici e diplomatici. Il 12 aprile 1961, infatti, il celebre Juri Gagarin divenne il primo uomo in orbita nello spazio a seguito della missione Vostok 1. Coincidenza o meno, lo dirà solo il tempo. O Putin, ovviamente…