
Telegram, chiusi centinaia di canali Usa per incitazione alla violenza
Vantavano decine di migliaia di iscritti violando però le regole del servizio
Telegram, l’app di messaggistica istantanea russa creata dai fratelli Durov e vera alternativa a WhatsApp insieme a Signal, seguito il succedersi degli eventi "da lontano", ha infine deciso di intervenire a gamba tesa e fare la propria parte.
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Il tutto a meno di 24 ore dall’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca con annessa cerimonia di inaugurazione per la nuova amministrazione Usa. Telegram, almeno secondo le linee guide, sostiene e stimola infatti il confronto dialettico e pacifico ma, come spiegato dalla società, non ammette la diffusione di contenuti che sono esplicita incitazione a tenere comportamenti violenti.
Nel spiegarlo, Durov ha rammentato come non ci si trovi di fronte ad un evento straordinario, visto che in precedenza le stesse limitazioni erano state applicate in Iran, Thailandia e a Hong Kong con risultati soddisfacenti.
Il fatto che gli Stati Uniti, dove peraltro si trova solo il 2% degli oltre 400 milioni di utenti Telegram, vengano considerati alla stregua dei Paesi appena menzionati dovrebbe far riflettere, senza per questo mettere in discussione la “stretta” dell’app sui canali in questione.
Da specificare come la mossa della piattaforma russa sia andata a toccare i canali. Il vero "pezzo forte" di Telegram che, insieme alla crittografia end-to-end e alla massima tutela della privacy, è valso al servizio di messaggistica il successo globale di cui lo stesso Durov ha parlato nel presentare gli ambiziosi progetti della sua società.