L’universo social, dopo anni in cui Facebook e Twitter hanno sostanzialmente monopolizzato il settore, si trova in una situazione nuova dalla quale nasceranno nuove dinamiche. Da un lato per la scelta di Meta di focalizzarsi sul metaverso, dall’altro per i problemi emersi nell’acquisto da parte di Elon Musk della piattaforma di microblogging.
In questo solco, non considerando TikTok un social “puro”, si è già fatto largo Mastodon (alternativo a Twitter) e altrettanto si appresta a fare WeAre8, un nome sconosciuto ai più sebbene la piattaforma sia stata lanciata da quasi due anni per iPhone e Android.
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Creato su spunto della CEO e founder Sue Fennessy, il social in questione propone un nuovo modello rispetto all'advertising, ridistribuendo i ricavi delle inserzioni pubblicitarie con gli iscritti che, in questo modo, guadagnano per vedere pubblicità.
Inoltre, come limite minimo WeAre8 richiede di visualizzare almeno due minuti di annunci al giorno. Gli incassi, poi, sono ridotti al 55% delle entrate e redistribuito alla community e a iniziative benefiche collegate alla tutela dell’ambiente. Un ulteriore 5%, poi, confluisce in un apposito fondo per creatori di contenuti.
Invero, la novità non è tale rimandando al modello utilizzato da NetFraternity qualche anno fa, ma il potenziale del progetto è fuori discussione. L’obiettivo dichiarato è raggiungere 80 milioni di utenti attivi entro fine anno, contando sul supporto di VIP e testimonial in vari settori. Un taguardo ambizioso, ma la possibilità di guadagnare dalla visualizzazione delle pubbblicità potrebbe bastare in un ambito, che, come premesso, si sta rinnovando profondamente.