
MotoGP, Teruel: Suzuki in cerca di conferme, Yamaha all’ultima chiamata
Per il leader del mondiale Mir “non cambia nulla”. Quartararo fiducioso dopo la débâcle nella prima gara ad Aragon
Dopo una primo Gran Premio abbastanza anomalo, che contrariamente ai risultati delle qualifiche ha visto protagonisti in gara le Suzuki di Rins e Mir oltre alla Honda ufficiale di un sempre più sorprendente Alex Marquez (nel 2021 passerà nel team LCR insieme al confermatissimo Nakagami) la vigilia del secondo evento al MotorLand di Aragon per il GP di Teruel è una sorta attesa in cerca di conferme in pista.
In casa Suzuki, ad ogni modo, Rins e Mir hanno obiettivi diversi, ma il vincitore del GP di Aragon non ha alcuna intenzione di mollare lasciando strada al lanciatissimo compagno di scuderia. “Sono motivato e voglioso di tornare in pista, credo di potermi ripetere ma nella seconda gara sulla stessa pista tutto cambia e andranno considerate le temperature e anche il fatto che si correrà alle 13 (e non alle 15)” le parole di Rins.
Che poi, come intuibile, ha voluto precisare di puntare ancora al bersaglio grosso, ovvero il mondiale, in una stagione “pazza”: “Sono a 36 punti dalla vetta e proverò a recuperarli - ha affermato l’iberico -, scendo in pista per lottare e cercare la rimonta. Mir? Tutto come prima, ci rispettiamo e poi ognuno va per la sua strada. Di gerarchie per ora non ce ne sono: finché la matematica non mi esclude me la giocherò”.
Mir, che guarda tutti dall’alto in basso dalla posizione privilegiata di leader del mondiale, non è però in difficoltà rispetto alle parole del bellicoso compagno di team, anzi. Maturato improvvisamente, lo spagnolo vive con leggerezza la vigilia di un GP che potrebbe segnare l’allungo decisivo nella volata per il titolo
“È bello essere qui, ma cambia nulla, solo che nella conferenza stampa sono seduto in mezzo, il resto è come prima: dobbiamo mantenere il nostro ritmo, cercare di partire bene per poi capire come gestire la gara, ma soprattutto dobbiamo cercare di sfruttare meglio le gomme, soprattutto l’anteriore, perché la scorsa settimana hi faticato molto nelle curve a sinistra” le parole del capoclassifica.
Per il mondiale, invece, Mir non si scopre: “Noi primi quattro (lui, Quartararo, Vinales e Dovizioso, ndr) abbiamo tutti grandi possibilità, la leadership non mi mette una pressione particolare: non cambierò la mia strategia. Ordini di scuderia? Non ne abbiamo parlato perché Alex ha ancora chance di conquistare il titolo: se e quando non ne avrà più immagino che sarà Brivio (team manger Suzuki) a farlo con entrambi”.
Fabio Quartraro, invece, nonostante il secondo posto a 6 punti dall’iberico, è chiamato a tirare fuori artigli e orgoglio dopo un GP chiuso fuori dalla zona punti: “Abbiamo in serbo tante cose positive per rifarci – le parole dell’franco-italiano della Yamaha Petronas -. Io non sono più il leader del mondiale, ma non avverto il peso: ci sono tante gare davanti, forse sono più sollevato e resto sempre fiducioso”.