
Ibra e Lukaku infiammano un derby da libri di storia
Che scintille tra i due trascinatori. Poi la decide Eriksen
È un derby che sarà ricordato a lungo quello che ha regalato all’Inter la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia.
Sfida tra titani
Tra Ibrahimovic e Lukaku c’era senz’altro qualcosa in sospeso. Dopo il gol dello svedese, in un derby che diventava sempre più elettrico, alla fine del primo tempo Ibra e Lukaku sono arrivati faccia a faccia. Urla, gesti, nervi alle stelle. Ibra gli dice qualcosa in inglese, il belga non ci sta e perde le staffe. Gli va addosso, si urlano qualcosa (“Nulla di razzista” fa sapere Ibra attraverso l’ufficio stampa rossonero) e prendono un giallo a testa. Se le promettono e solo l’intervento di diversi giocatori dell’Inter riesce a fermare la furia di Lukaku. “Bello vedere Romelu così sul pezzo – commenta Conte – Ibra dentro ha la cattiveria del vincente e penso che Romelu anche da questo punto di vista stia crescendo. Se ogni tanto si arrabbia a me fa soltanto piacere”.
Il rosso a Ibra
I 15 minuti negli spogliatoi calmano gli animi. Alla ripresa l’Inter preme il Milan nella sua metà campo e, dopo una delle timide sortite rossonere dalle parti di Handanovic, Ibra commette un fallo tattico a centrocampo su Kolarov che gli costa il secondo giallo. Lo svedese sa che la decisione di Valeri è giusta ed esce dal campo a testa bassa. E nello spogliatoio, come spiega Pioli a fine gara, chiede scusa ai compagni. “La partita – è il commento del tecnico rossonero – ha detto che possiamo tener testa a un avversario molto forte come l'Inter. Purtroppo l'inferiorità numerica ha complicato tutto. Il rosso a Ibra? Sono tutti adulti e vaccinati, si sono detti delle cose in campo. Bisogna passarci sopra e pensare alla prossima gara”.
L’arbitro ko
Concesso, con l’ausilio del Var, il rigore che Lukaku trasforma nell’1-1, intorno al 70’ l’arbitro Valeri si ferma e mima l’infortunio muscolare. L’ho sentito, dice ai sanitari che gli offrono le prime cure. È il momento del quarto uomo Chiffi che deve prepararsi a tempo di record e passare a dirigere una partita che si ferma per 7 minuti (alla fine saranno 10 i minuti di recupero).
La pennellata di Eriksen
E a 2 minuti dal 100’ è Eriksen l’incompiuto (in nerazzurro) a mettere il sigillo sulla vittoria dell’Inter. Punizione dal limite che scavalca la barriera e si infila sotto la traversa. Il marchio di fabbrica del danese, insomma, che di gol così ne ha confezionati a decine. “Con Christian – commenta Conte – stiamo lavorando molto dal punto di vista tattico per trovare anche un’alternativa a Brozovic. È un ragazzo molto intelligente dal punto di vista calcistico, sono contento che oggi abbia fatto quel gol, ho esortato perché tirasse lui la punizione, perché conosciamo le sue doti balistiche. È un po' timido, speriamo che il gol lo aiuti a sciogliersi un po'. È un ragazzo fin troppo perbene e pulito. Ce lo teniamo stretto, fa parte integrante del progetto. Siamo questi e resteremo questi”.