
L’Inter consolida il primo posto in classifica
Contro il Genoa i nerazzurri segnano altri 3 gol e si confermano il miglior attacco della Serie A
Una volta conquistata la vetta, la cosa più difficile è mantenerla.
D’altronde, quando hai Lukaku che segna dopo meno di un minuto dal fischio d’inizio, la partita non può che andare in discesa. E l’Inter avrebbe potuto farne altri nel primo tempo, se solo fosse stata più precisa in fase di conclusione.
Era da 70 anni che i nerazzurri non segnavano così tanto: 60 gol segnati in 21 partite (5 più dell’Atalanta e 13 e 15 più di Milan e Juventus) per il miglior attacco della Serie A e 24 reti subite (solo la Juve ne ha subiti meno: 20) per la seconda miglior difesa del campionato.
“Siamo contenti – ha motivo di sorridere Conte a fine partita – perché il lavoro sta pagando. Aveva già pagato l'anno scorso, ma la squadra sta prendendo coscienza dei propri mezzi. Sta maturando tanto, ma sappiamo che mancano 14 partite, voglio aspettare anche la partita contro il Parma (giovedì 4 marzo alle 20.45). Teniamo le antenne alzate fino alla fine se vogliamo fare qualcosa di bello”.
Quando gli parlano di “patto scudetto” con la squadra, come aveva lasciato intendere Lautaro Martinez in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Conte glissa: “È inevitabile che quando sei all'Inter devi avere l'ambizione di giocare sempre per vincere, la storia del club parla molto chiaro. Sono anni che l'Inter non vince, l'anno scorso siamo andati molto vicini anche se era soltanto il mio primo anno. Quest'anno la delusione per essere usciti dalla Champions in modo immeritato ci ha fatto fare una introspezione tutti quanti per capire che bisognava alzare il livello di tutti, per cercare di essere più competitivi. Se fossimo in Champions oggi, ce la potremmo giocare”.
Inevitabile anche il parallelo con la scorsa stagione, quando l’Inter, a questo punto della stagione, inseguiva la Juve con 3 punti di ritardo (ora ne ha 10 in più, anche se i bianconeri devono recuperare la partita contro il Napoli): “Negli anni precedenti, però, il gap era di più di 20 punti – puntalizza Conte – già l’anno scorso c’era stato un miglioramento netto, un enorme passo in avanti, quest'anno abbiamo continuato. È inevitabile che il competitor è chi vince, per capire a che punto siamo. Stiamo facendo qualcosa di importante, ma mancano 14 partite, bisogna continuare. Si è creata una grande empatia tra tutti noi”.