
Ecco come dagli scarti di riso si costruisce un’auto
Seat produce parte della plastica utilizzata dalla lolla di riso
Rendere la mobilità sempre più sostenibile vuol dire anche fare ricerca su materiali e materie prime alternative, che possono essere inserite nella filiera automotive con un vantaggio per l'ambiente.
La cooperativa Càmara Arrossera del Montsià (in Catalogna) ha lavorato a un'alternativa, mettendo a punto un procedimento con cui, invece di essere bruciata, la lolla viene trasformata in Oryzite, un materiale che può essere miscelato con altri composti termoplastici e modellato.
Seat sta testando alcuni elementi di rivestimento realizzati in Oryzite sulla nuova Leon. In questa fase di test, alcune parti dell'auto, come il rivestimento del portellone posteriore, il doppio pianale di carico del bagagliaio o il cielo vengono costruite con la lolla di riso mescolata insieme a poliuretani e polipropileni. Il risultato è che sono identici a quelli convenzionali, ma pesano molto meno.
Le parti, infatti, sono più leggere e permettono agli ingegneri di ridurre il peso complessivo dell'auto, abbattendo consumi ed emissioni, oltre al fatto che con l’utilizzo di un materiale rinnovabile, si promuove l'economia circolare e si crea un prodotto più green.
L'analisi di questi elementi di rivestimento serve per capire la percentuale migliore di utilizzo della lolla di riso, per soddisfare al 100% i requisiti tecnici e di qualità. Per esempio, il doppio pianale di carico del vano bagagli deve riuscire a sostenere 100 kg di peso concentrati in un unico punto per essere considerato sufficientemente rigido e robusto.
Poi vengono effettuati test termici nella camera climatica, per analizzare la resistenza al caldo, al freddo e all'umidità.